Soprattutto protagonisti sono artigiani e maestranze, la cui importanza spesso non è evidente ai non addetti ai lavori, con gli interventi di Elis Pantarotto elettricista specializzato per i set, Gilda Venturini costumista di scena, Ilaria Papis sarta, Inko Brus attrezzista costruttore, Francesco Morosini fonico di presa diretta, Fulvio Del Tin artigiano specializzato in armi antiche, Paolo Jacob fotografo, oltre a Giuseppe Battiston attore e produttore e Riccardo Pes musicista e compositore.
«Quando si pensa al cinema vengono subito alla mente figure quali il regista, lo sceneggiatore, il produttore, raramente immaginiamo all’opera la sarta, l’elettricista o il fotografo. In realtà questi, come molti altri, sono i mestieri artigiani anch’essi “attori protagonisti” della realizzazione di un film. Questo documentario è un monito per le future generazioni, affinchè possano avvicinarsi ai mestieri artigiani vedendoli sotto una diversa prospettiva, non più quindi entro i muri di una “bottega” ma nella spettacolarità di un “set”, senza contare che si tratta di un mercato in espansione in Friuli Venezia Giulia, che può dare importanti soddisfazioni» spiega Silvano Pascolo, presidente Confartigianato Pordenone.
Il film nasce prima della pandemia, come frutto di due conferenze organizzate dalla Confartigianato e in cui il regista Ferdinando Vicentini Orgnani ha raccontato la specialità di questo settore lavorativo ai ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado. «C’era molto interesse e curiosità, purtroppo interrotti dal primo lockdown. Nel frattempo avevamo avviato una collaborazione con il promotore dell’iniziativa, strada facendo si sono aggiunti altri partner e abbiamo realizzato un documentario più ampio, con il naturale coinvolgimento di Film Commission e del Fondo per l’Audiovisivo Fvg – racconta Ferdinando Vicentini Orgnani – Abbiamo raccontato il cinema attraverso chi in questa regione lo crea: artigiani specializzati, grandi professionisti, ormai occupati quasi a tempo pieno se pure il cinema per sua natura è un lavoro precario. Tutto questo per il grande successo e l’evoluzione esponenziale che il cinema ha avuto in Friuli negli ultimi vent’anni, con una ricaduta economica, occupazionale e culturale di grande impatto, oltre all’automatica promozione del territorio».