The community presentato a Trieste

Lunedì 14 gennaio 2019 verrà presentato in anteprima al cinema Ariston di Trieste il documentario The community – ordinary serbian life in trieste in collaborazione con La Cappella Underground e il Trieste Film Festival.
La comunità serbo ortodossa è la più antica e la più numerosa di Trieste. Ed è anche quella che meglio si è insediata e che oggi meglio convive nel tessuto sociale. Una comunità nata e cresciuta quando i triestini e i serbi (allora illirici) erano concittadini dello stesso Impero.
Il film vuole descrivere questo intreccio, vuole raccontare la vita e le storie di questi serbi-triestini. Le immagini seguono la vita e le attività di tutti i giorni di alcune persone, serbi immigrati, o figli di serbi nati a Trieste, coppie miste, più o meno giovani. La telecamera li mostra nelle attività sportive, nel lavoro, nella famiglia. Viene raccontata la loro quotidianità, cercando di descrivere l’intreccio delle loro tradizioni ed abitudini serbe, con quelle della loro nuova cultura, quella italiana triestina.
In un momento in cui la necessità d’integrazione tra popoli diversi viene presentata come un drammatico problema in tutti i paesi europei, il film vuole descrivere un esempio concreto di integrazione riuscita, seppur con le difficoltà e le differenze che possono nascere tra due entità differenti.
Dopo aver realizzato Trieste, Yugoslavia nel 2017, Alessio Bozzer torna ad occuparsi di tematiche che legano Trieste ai vicini paesi balcanici. “I triestini sono da sempre un po’ balcanici” dice il regista. “Nonostante il sentimento di razzismo di una parte della popolazione, il triestino è uomo di confine, è nato dal mescolarsi di popoli e lingue. La sua cucina non ha piatti “tipicamente” italiani. Le sue specialità di pesce derivano da Venezia e dalla tradizione costiera dalmata. Mentre i piatti di carne arrivano direttamente dalle ricette della cultura austro-ungarica e balcanica. Il gulash è piatto tipico triestino e di tutta l’Ungheria. l cevapcici si mangiano, nelle varianti declinazioni nel tipo di carne usata, in Bosnia, in Serbia, in Croazia, in Slovenia e a Trieste.
Claudio Magris ed Angelo Ara nel loro saggio Trieste: un’identità di frontiera fanno notare che la città è alla continua ricerca della sua propria “ragion d’essere”, nei contrasti e nella loro insolubilità. Per una città del genere è quindi di grande importanza conoscere tutte le sfaccettature della propria identità, anche quelle create dagli altri”.

News del 16 Gennaio 2019
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